Carlo Pastore

UN SILENZIO GRANDE ……

Con gli sci,

scivolo in binari paralleli,

in un ambiente d’incanto,

tutto è già bianco,

mi fermo, per ascoltare …… il silenzio,

non un fruscio, … sento la mia anima …

che vede e ricorda … ride,… piange

di un dolce irripetibile passato.

Ma si rinnova il miracolo.

Una nebbiolina invade l’aria

e l’orizzonte è sempre più corto,

il Miletto e la Gallinola

pian piano si nascondono alla mia vista,

si diffonde un profumo che riconosco.

Piccoli stracci si avvolgono a spirale

lentamente volano e se pur leggeri, leggeri,

iniziano a cadere.

E’la neve.

I fiocchi si posano senza rumore.

La pista sparisce.

Sui rami dei faggi,

i ghiaccioli, merletti e ricami.

Quante volte mi hai portato nella brughiera!

Quante volte abbiamo insieme,

sognato l’immenso del cielo,

dal quale ora, forse mi guardi …… Giulia!

07 / 07 / 2011 Carlo Pastore

 Alba al Monte Miletto

Al pallido chiarore delle stelle

i monti del Matese si specchiano

nell'acqua quieta del lago.

Alla piccola chiesa rupestre

una breve sosta.

Ora la salita diventa più

tesa, il passo più lento

al tenue barlume antelucano

comincia a definirsi l'orizzonte.

Siamo in vetta e ciascuno

come può trova un giaciglio

e fissa le pupille

verso oriente.

Frange di nuvole

orlate di oro

e, più in basso un bagliore.

Il sole si leva

da una densa caligine.

Per un solo istante

gli luccica sotto

l'Adriatico!

La luna si dilegua,

impallidiscono le stelle.

E' giorno!

Ritorniamo nella valle opima

dove la quotidianità,

lo stress, la noia

saranno la nostra notte.

 Sublime dinamico

Le nuvole corrono

si addensano, si scontrano

un lampo! Uno schianto!

Così la vita

un fragore

e sei già polvere.

 Armonie

Non recidere mai un fiore

chinati e sentirai

il suo profumo.

Se è una rosa

tocca delicatamente

i suoi petali

un'armonia dolce

ti pervaderà.

Così farai

con la tua compagna

avrai il suo amore

e poi... la vita continuerà

come quel fiore

ad ogni stagione.

 Fiamme

Guizza nel cielo il fulmine

illumina la notte dei tempi

trema l'uomo delle caverne.

Spaventosi bagliori solcano

i fianchi dei vulcani.

Sacre le fiamme del focolare

che unita tenevano la famiglia.

Tempi ormai remoti.

Bruciando i sarmenti

degli ulivi si preparava il forno

per il pane fragrante.

Ma i roghi di una Chiesa ottusa

incenerivano santi eroine,

streghe e gatti neri.

La fiamma dell'amore che

brucia se non corrisposto

o, che incendia due cuori!

Fiamme che divampano nei boschi

e gli alberi diventano torce.

Oh stoltezza umana!

Ignare del bene e del male

crepitano, ardono, sfavillano

avanzano, distruggono, si spengono.

Dopo tanta furia la vita riprende

e i venti della primavera

portano il profumo

delle ginestre d'oro e della madre selva.

Altro porta la furia dell'uomo.

 

 Campania Felix ?

Oh rifiuto, rifiuto

perchè non ti riuso.

Le leggi sono tante

"non v'è chi pone mano ad elle"

Merli, Ronchi, la direttiva CEE!

Le istituzioni ci perdono la testa

e noi la faccia!

Vent'anni che la Campania

siamo in emergenza.

Si pensa ad inceneritori,

siti di stoccaggio e...

in punti dove...

gl'indici di salubrità

sono più alti.

Dopo consorzi, inutili,

l'intervento del commissario di governo

i rifiuti crescono, e

grazie alla camorra

trovano buon terreno dappertutto.

Ne sono piene le periferie,

le valli, le sponde dei ruscelli

e quando il vento spira forte

le siepi, gli alberi

fioriscono di PET e PVC!

Qualche incosciente

per eliminar tal maleodorante

mar di spazzatura, la brucia

e la diossina dall'erba,

brucata dal biondo gregge,

la ritroviam

nel nostro tipico formaggio.

Di separazione poi

neanche a parlarne,

di ecolavoro, e ridurre gl'imballaggi?

Noi cittadini, entrati nel terzo millennio

perdiamo ogni speranza!

A lungo andare, leggi,

consorzi e provvedimenti

diventano soloo "balle"

e allora?

Che tutte le ecoballe

se le ingoi il "Mongibello" (Etna).