Alto
Alto.
Sotto di noi il vuoto
più in basso ancora
macchie di giallo e verde.
Oltre,
bianche montagne
lontane come i sogni dell’infanzia.
Tace un momento il vento
ed è silenzio.
Solo una brezza sottile
carezza la neve sonora
come un’arpa.
“Presto, scendiamo!
Che non ci sorprenda il buio ancora in cima!”
Ecco la gioia spartana dell’alpinista,
sporgere uno sguardo affaticato
su uno squarcio d’immenso,
stringere una croce di ferro
su un incudine di roccia,
fratelli ai selvatici viventi
assaporiamo una dolcezza impervia
da corolle di pietra
gareggiando col sole
perché non scenda la notte come un cuneo
e si possa guardar su
da porto sicuro
il brillare delle stelle alieno
sopra una terra che non è dell’uomo.
Corno Piccolo, maggio 2006. |