Gran Sasso - 19/20.05.2012

 

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Diario di bordo di tre allegri ragazzi  sul Gran Sasso.

Neve, ghiaccio, previsioni meteo non proprio favorevoli, sono tutte condizioni che solitamente ti fan venire voglia di stare a casa. Ma ai nostri protagonisti han fatto solo venire l’acquolina in bocca! Se ne parlava già da un po’. Perche parlarne solo e  non passare all’azione? È così che inizia l’avventura della Ase, del Base Scientifico e dell’Ammiraglio.

La Ase non aveva mai visto il Gran Sasso e aveva proprio voglia di vederlo. Aveva visto foto, video, sentito racconti fantastici da Base Scientifico e dall’Ammiraglio e sapeva per certo che non poteva trovare migliori compagni  di avventura.

E così dopo tanto parlare, tanta organizzazione, i tre prodi finalmente partono alla volta dell’Abruzzo, dove da Prati di Tivo con zaino in spalla iniziano l’ascesa. Per rendere l’impresa ancora più epica ovviamente gli impianti della funivia non sono stati presi proprio in considerazione (quindi non solo perché non funzionavano), e passo dopo passo si è giunti al tratto del “Male Passo” dove la Ase ha provato il primo brivido di terrore. Ma i supercompagni di viaggio con grande spirito di supporto son riusciti a sbloccarla e al calar della sera son riusciti a giungere al loro primo traguardo dove il fido Chicco, un simpaticissimo e supercoccolone maremmano li aspettava per fargli le feste. Intrepidi e affamati, al Rifugio Franchetti li aspettava una zuppa calda di ceci e castagne (non accompagnata da pane, cosa che ha fatto impressionare il nostro Ammiraglio), gulash,  purè di patate e un pezzo di crostata.

Una tabella indicava alle 22 tutti a nanna. C’era un problema. Un gravissimo problema. I nostri protagonisti non avevano proprio sonno! E dopo vagabondaggi notturni, perlustrazioni  e fatto foto per i posteri, mogi mogi son saliti per  andare in stanza. Cercando di non far troppo rumore, continuando a ridere quasi a denti stretti per non turbare l’altrui sonno, iniziano i discorsi più profondi e filosofici sul significato della “buonanotte”. Alla fine piomba il silenzio, più o meno, l’Ammiraglio da brevi cenni della fase REM, il Base Scientifico continua con i vagabondaggi e la Ase non riesce proprio a prender sonno. È solo alle prime luci dell’Alba  che  avviene un breve riposo.

Ma non sarà il poco sonno a fermare la loro ascesa. Alle sette e mezza sono già pronti per una frugale colazione (thé insapore, caffè scialacquato, fette biscottate con nutella, burro e marmellata).  E di nuovo zaino in spalla, pronti per la vetta.  Temerari, coraggiosi e tecnici si avviano per il ripido pendio che porta al Calderone. L’ammiraglio con passo felino è in assetto di apripista, lascia le impronte per i compagni che verranno anche utilizzate da altri prodi passanti. Sul meno noto ma interessantissimo “Piccolo Sasso” la Ase decide di mandare aventi i compagni e non rallentare la loro ascesa. Sarà così gentile da aspettarli li.

L’Ammiraglio, senza ombra di stanchezza, continua la scalata verso la vetta, inseguito dal Base Scientifico che non demorde assolutamente. È intorno alle undici che i nostri due protagonisti, superando pareti quasi verticali di neve e ghiaccio, repentini cambiamenti climatici, giungono sulla vetta del Corno Grande dove l’Ammiraglio porrà la firma in nome di tutta la sezione.

Se pensate che il traguardo sia la vetta, siete allora fuoripista.  Perché anche la discesa è stata impresa ardua, faticosa e piena di pericoli. Ma i nostri protagonisti giungono finalmente alla volta del “Piccolo Sasso” e ricomposto il gruppo, l’Ammiraglio, con galanteria marinara percorre all’indietro la discesa per riportare la Ase al Rifugio. Nel contempo, il Base Scientifico continua con stoico coraggio la discesa nonostante son sopraggiunti anche i crampi. Dopo un breve ristoro di acqua e intrugli portentosi ed energici e il malinconico congedo da Chicco, riprendono il cammino e giungono, tra prove goliardiche di discesa sciistica in scarponcino da trekking e cordata (libera) sul “Male Passo”, alla Madonnina dove il rustico della mamma dell’Ammiraglio dopo esser arrivato anche in vetta trova finalmente pace negli stomaci scalpitanti dei nostri protagonisti. Nell’ultimo tratto, camminando quasi tra le nuvole, ad attenderli ci sono i cavalli, si instaura anche una tenera amicizia tra l’Ammiraglio e uno di essi. 

E qui finisce l’avventura sul Gran Sasso, dove ormai le loro gesta sono già leggenda. Alcuni parlano anche di scivoloni al limite del surreale, di incontri misteriosi e di scricchiolii da terremoto. Ma questa… è un’altra storia.

La  Ase

(che ringrazia sentitamente i compagni di viaggio per il supporto, l’avventura  e soprattutto l’allegria!!!)